Wolverine Records Official Website
VV.AA. - Swing A Billy Chartbusters Cover
Artist: Various Artist
Album: Swing A Billy Chartbusters
Label & Pubblication Year: Wolverine Records, 2004
Tracklist: Less Press And The Nails: Mexican Radio (Wall Of Voodoo) / The Bricats: Last Caress (Misfits) / Velvetone: Welcome To The Pleasuredome (Frankie Goes To Holliwood) / The New Morty Show: White Wedding-Rebel Yell Medley (Billy Idol) / Taggy Tones: Blitzkrieg Bop: (Ramones) / The Dino Martinis: Psycho Killer (Talking Heads) / Los Fabulous Bill Billys: Metal Warriors (Manowar) / Lota Red: Black Hole Sun (Soundgarden) / The Deadcats: King Of Fools (Social Distortion) / Jet Sex Six: House of The Rising Sun (Animals) / Dusty Gray & His Rough Ridin’ Rumnbles: Working (Cock Sparrer) / Buffalo Billys: 1-2Ultraviolento (Los Violadores) / Dynamo’s Rhythm Aces: Teenage Kicks (Undertones) / Five In Love: Smooth (Santana) / The Quakes: Killing Moon (Echo & the Bunnymen) / Tim Tamashiro: Spiderman (Ramones) / The Lucky Devils: Smells Like Teen Spirit (Nirvana) / Peace Brothers: Anarchy in The U.K. (Sex Pistols) / The Senti-Mentals: Creep (Radiohead) / Hipster Daddy-O: Goody Two Shoes (Adam & The Ants) / Paul Galaxy & The Galactix: Fat Bottom Girls (Queen) / The League Of Decency: Radar Love (Golden Earing)
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Ma vi immaginate se i Manowar al posto di entrare su di un palco con le loro Harley (facendo pure delle figure barbine, come successo durante qualche Gods Of Metal, del quale non ricordo l'anno, n.d.r.), di munirsi di pellicciotti tamarri da far urlare allo scandalo gli ambientalisti e di autoproclamarsi la band più chiassosa sulla faccia della terra, sparando i loro anthems davanti a folle di impavidi defenders poganti avessero invece animato le notti di qualche fumoso club d’oltreoceano degli anni ’30? Quelli dove i superalcolici giravano clandestinamente a fiumi e i cognomi italiani erano pronunciati con terrore, dove il contorno era costituito da spumeggianti nerette dall’ugola d’oro? (Sì, Roberto tento di immaginare e inizio pure a rabbrividire, n.d.r.). No, non c’è bisogno che sforziate eccessivamente la parte destra del vostro cervello (non è politica! n.d.r), basta mettere le mani su questa ennesima trovata della Wolverine che camuffata nelle vesti della propria sussidiaria Frankie Bo, specializzata in neo swing, pesca 22 hits dei mondi pop, indie rock, punk, metal e li getta in pasto ad altrettante formazioni incaricate di raffinarli attraverso un trattamento a base di swing e rockabilly. Ciò che ad un primo approccio puo’ sembrare una ciofeca pazzesca si rivela invece una divertentissima trovata che metterà sicuramente d’accordo rockers e metallers non integralisti che potranno rigustarsi i propri inni in versioni notevolmente rilassate. Così “Last Caress” dei Misfits e “Metal Warriors” dei Manowar si trasformano, grazie rispettivamente a Los Fabulous Bill Billys e The Bricats, in innocui motivetti da fischiettarsi sotto la doccia. Diverso trattamento riservato a “Blietzkrieg Bop” dei Ramones e a “Working” dei Cock Sparrer mantenute su sostenuti ritmi boogie rockabilly. La palma dei migliori se l’aggiudicano a pari merito i tedeschi Lota Red alle prese con “Black Hole Sun “ dei Soundgarden, rivoltata in lungo e largo ma capace comunque di mantenere le stesse atmosfere oniriche dell’originale, e gli yankee Jet Sex Six con la riproposizione della classicissima “House Of The Rising Sun” degli Animals, probabilmente la cover version più bella che abbia mai sentito, capace di far venire i brividi in virtù di una straordinaria esecuzione vocale ed del degno accompagnamento della sezione di fiati. Sentiti plausi anche ai Lucky Devils (http://www.lucky-devils.de/) che giocano in casa e ci regalano un'ottima e piuttosto fedele rilettura psycho del cavallo di battaglia "Smells Like Teen Spirit" dei Nirvana, a Paul Galaxy & The Galactix, i quali dimostrano con "Fat Bottom Girls" quali avrebbero potuto essere i risultati se i Queen fossero nati almeno 15 anni prima e ai Quakes, a quali la definizione Swing A Billy calza proprio a pennello. Sinceramente non conoscevo il brano di "Echo & The Bunnymen" ripreso dal loro album "Last Of The Human Beings", ma è quantomeno arduo pensare che l'originale superi il grande impatto generato da quella qui presente. Ovviamente vi vedo perplessi e assaliti da inrispettosi conati di vomito, nella palla di cristallo scorgo soprattutto orde di metallers scesi sul sentiero di guerra utilizzare una foto dei Los Fabulous Bill Billys come bersaglio preferito per le loro freccette, però dall'altra intravedo pure qualche pazzo che facendosi beffa di qualsiasi barriera fra stili prende alla buona la natura di questo lavoro, intuendone sapientemente uno scopo finale che riassumerei in 2 semplici paroline: start shakin’!

Recensione Realizzata da Roberto Barisone

Vote: 7